Test della Diffusione Alveolo Capillare. Che cos’è? Perché si fa?

Perché si fa?

L’esame della diffusione alveolo capillare, ci permette, in linea di massima, di andare ad individuare l’eventuale presenza di alcuni deficit connessi alla capacità dell’organismo di andare a trasferire l’ossigeno ai tessuti al di fuori dei polmoni.

In generale, questo tipo di deficit è collegato alla presenza di alcune condizioni patologiche che interessano soprattutto l’apparato cardiocircolatorio e respiratorio.

Per eseguire questo semplice esame si utilizza una quantità minima, pari allo 0,3% di monossido di carbonio che ha la capacità di diffondersi in modo analogo all’ossigeno, all’interno dei polmoni. Inoltre, il monossido di carbonio ha un valore più significativo dal punto di vista diagnostico perché è più facile da quantificare.

In pratica, quando parliamo di diffusione alveolo-capillare o più semplicemente DLCO, ci riferiamo a una procedura diagnostica in cui questo gas (innocuo in piccole dosi) che consente di valutare lo scambio di gas in generale che avviene tra gli alveoli polmonari e i capillari polmonari.

E, come abbiamo detto, visto che il percorso messo in atto dal monossido di carbonio è molto simile a quello dell’ossigeno, tale esame ci permette di valutare la funzionalità dei polmoni e degli altri organi coinvolti nello scambio di ossigeno, tenendo anche conto di altri aspetti peculiari del paziente.

Controindicazioni

Non esistono controindicazioni alla misura della DLCO.

Preparazione del paziente alla DLCO

È consigliabile evitare le seguenti attività prima dell’esecuzione del test:

  1. Fumare entro 1 ora prima del test;
  2. Bere alcolici entra 4 ore prima del test;
  3. Fare esercizio importante entro 30 min prima del test;
  4. Usare il busto ortopedico, a meno che questo non sia molto importante per la patologia per la quale è stato indicato;
  5. Pranzare abbondantemente entro 2 ore prima del test.

Come funziona l’esame per la DLCO?

Avrete già intuito che quando parliamo di questo esame ci riferiamo a una procedura in cui il paziente dovrà inalare un certo tipo di sostanza, in tal caso il monossido di carbonio.

Probabilmente sarete già a conoscenza della spirometria, una tecnica di esame che ci permette di andare a valutare proprio la funzionalità dei polmoni con uno strumento chiamato spirometro, senza causare dolore e senza essere eccessivamente invasiva.

Lo spirometro si compone di un apposito boccaglio collegato ad un sensore. Il paziente, in base alle indicazioni del personale qualificato e all’esame che deve fare, dovrà inspirare o espirare attraverso il boccaglio, cercando di mantenere le labbra serrate su di esso.

Nel caso della diffusione alveolo-capillare del monossido di carbonio (DLCO), il paziente dovrà respirare tranquillamente attraverso lo spirometro, senza mai staccare le labbra dal boccaglio. Successivamente sarà invitato a svuotare il polmone espirando velocemente.

A questa lunga e veloce espirazione, segue un’inspirazione altrettanto intensa e profonda, inalando una certa quantità di aria composta dalle seguenti percentuali di gas:

  • Metano: 0,3%;
  • Monossido di carbonio: 0,3%.

Questa composizione gassosa deve essere espulsa dal paziente in modo rapido (espirazione), ma solo dopo averla trattenuta per un periodo di almeno dieci secondi.

Per valutare la quantità di gas che passa dagli alveoli polmonari ai capillari polmonari, bisogna individuare la differenza di concentrazione del monossido di carbonio tra l’inspirazione e l’espirazione.

Maggiore sarà questa differenza di concentrazione, più il polmone sarà in grado di assorbire il monossido di carbonio. L’attesa di dieci secondi durante l’inspirazione è necessaria per permettere al monossido di carbonio di legarsi all’emoglobina (quella sostanza che si trova nel sangue ed è deputata al trasporto di ossigeno).

Quando ci viene prescritto un esame di questo tipo?

In linea di massima, il medico riterrà opportuno prescrivere questo tipo di esame al suo paziente, nel caso in cui si sospetta una compromissione della funzionalità polmonare.

Tra le patologie più comuni che ci conducono a fare questo esame, troviamo soprattutto le seguenti:

  • Enfisema polmonare,
  • Interstiziopatie di varia natura,
  • Embolie polmonari,
  • Polmoniti,
  • Deficit ostruttivi come BPCO, Asma Bronchiale
  • Malattie immunologiche del polmone;
  • Le fibrosi polmonari;
  • L’ipertensione arteriosa polmonare.

Generalmente possiamo affermare che questo test risulta particolarmente utile quando è presente una diagnosi (o il medico la sospetta) di tutte quelle condizioni patologiche croniche che riguardano i polmoni.

Di solito queste condizioni si manifestano con tosse persistente, affaticabilità in seguito a determinati sforzi e difficoltà respiratorie piuttosto frequenti ed intense.

Inoltre la diffusione alveolo-capillare del monossido di carbonio (DLCO) viene prescritta nel caso in cui il paziente è affetto da malattie che potrebbero coinvolgere il circuito cardio-polmonare, la prevenzione, il monitoraggio delle malattie polmonari croniche di varia natura e delle patologie professionali quali le interstiopatie e le fibrosi polmonari, mesoteliomi, neoplasie polmonari ecc.

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